22-23 novembre ’14 Grotta Lince
Dopo un giorno di esercitazioni con il soccorso speleo e poche ore di sonno in sede ANF (per evitare di essere molestato verbalmente e fisicamente dalla morosa che avrebbe dovuto svegliarsi presto), mi ritrovo con Marco, Costa e Andrea (Vaz) per far colazione e in seguito dirigersi verso Taipana e continuare le esplorazioni in Lince.
Lungo il comodo e breve avvicinamento alla grotta, veniamo accompagnati da un’ amichevole e allegro cane da caccia con poca voglia di correr dietro a caprioli e cinghiali, bensì di entrare in grotta con noi. Entriamo in grotta e nel primo passaggio stretto mi trovo a strisciare affianco al quadrupede che raspa sulle pietre per passare prima di me. Siamo molto divertiti da questo can-speleo, ma non possiamo farlo venire con noi (purtroppo) e così lo accompagno di fuori.
Raggiungo i miei tre amici e percorriamo la parte della grotta già rilevata, fino alla strettoia. Primo Marco, poi io e dietro Vaz e Costa, percorriamo lo stretto cunicolo che da accesso al meandro principale. Ci schiacciamo tra queste pareti alte e strette con un calcare eroso e molto aguzzo cercando la strada più comoda per far passare noi e i nostri sacchi. Arriviamo fino a uno slargo, dove la scorsa volta avevamo interrotto le esplorazioni e faccio passare avanti chi ancora non era arrivato fin qui. Vaz apre la strada, il meandro ora ci da un po’ di tregua facendosi trovare largo a sufficienza per una postura da homo erectus . poi a sorpresa ci si presenta un bivio. Continuare sul fondo o ramo fossile? Io ho i Trombini (per chi non lo sa sono gli stivali in linguaggio speleo)e seguo l’acqua mentre gli altri prendono il ramo asciutto. Riusciamo a sentirci a voce, sono sopra di me e poi si spostano sulla destra. Più avanti trovo una galleria stretta che mi riporta da loro e visto che sono da solo decido di raggiungerli. È stretto e mi tocca scavare e mentre sto per rinunciare sento urla disumane e riecheggiare non molto lontano da dove mi trovo! Scava Paolo SCAVA che questi tre chissà cos’hanno trovato! Riesco a passare percorro una galleria di una ventina di metri correndo che sfocia in un salone enorme dal quale cinque gallerie parto in direzioni diverse! Che orgasmo! Urliamo ridiamo e brindiamo con il thè caldo! Sala Coito, ma magari le daremo un nome più nobile. Facciamo due squadre, Costa e io a risalire un’ arrivo d’acqua, Marco e Vaz in una galleria fossile. Saliamo lungo una galleria che a breve distanza si divide e si stringe. Da una parte tocca bagnarsi e dall’altra scavare e desistiamo per questa volta. Un po’ prima del bivio, Costa ma fa notare un bel camino nel conglomerato. Saliamo i primi metri assieme, poi continuo io. A una decina di metri sembra esserci una galleria ma sarà meglio metterci una corda. Un’ altro camino più stretto e parallelo sale per una quindicina di metri ma si stringe fino a precluderne il passaggio. Nel frattempo Vaz e Marco hanno esplorato due gallerie chiuse entrambe da frane. Terza galleria all’imbocco è chiusa da un cancello di colonne e stallatiti, oltre un enorme galleria lunga più di trenta metri. Voglia di rompe questo fantastico cancello non c’è, perciò sarà da trovare un’altra soluzione per passare. Quarta e ultima gallerie si trova quasi sulla volta della sala e serve il materiale d’arrampicata. Mangiamo qualcosa e decidiamo di continuare le esplorazioni lungo il fondo del meandro che continua ancora per un cento centocinquanta metri e sifonare brutalmente. Prossima volta valuteremo se è possibile abbassare il livello dell’acqua o se non è tanto lungo, farlo in apnea.
La Lince supera i 500 metri e se per molti è poco a noi ci dà molta soddisfazione e orgoglio.
Alla prox!